venerdì 27 luglio 2018

Intossicazione sentimentale.



«Lo amo da morire»
«Sto impazzendo per lui»
«Sto male per quell'uomo ma non ne posso fare a meno»
In amore più si soffre più si ama: nella nostra cultura morire d'amore é accettato, qualche volta anche nobile.
Per molte donne l'amore é struggimento, un dolore inevitabile, una croce che portano ogni giorno sulle spalle. Ci sono donne che per amore si spengono come candele che bruciano piano piano, fino a ridursi a mozziconi, altre che avvizziscono come piante che non ricevono più acqua, altre ancora che sbiadiscono come vestiti lavati ripetutamente in lavatrice.
É impossibile fare diversamente? No, se innanzitutto si fa proprio il concetto che debilitarsi per amore é sbagliato, che amare non significa
"Morire d'amore", scomparire per l'altro, annullare la propria identità, perdere la bussola e vagare nella nebbia con il proprio cuore infranto e sanguinante tra le mani.
Quando si ama trafiggendo ogni giorno se stesse, quando si straccia la propria identità come se fosse cartaccia da buttare, quando ci si aggancia alla sofferenza d'amore con un arpione da cui non ci si vuole liberare, é intossicazione sentimentale. Ci sono donne che si debilitano in amori angoscianti, in storie affettive sterili, in relazioni soffocanti. Legano al loro cuore lacci che lo stritolano, supplicano, insistono, si umiliano, piangono, ruggiscono, sputano su se stesse in nome dell'amore.
E’ un concetto limitante pensare che in amore sia tutto concesso: ha incastrato tante donne in una gabbia dalla quale non riescono a uscire. Morire d'amore non é inevitabile, é una scelta autoimposta e portata avanti in nome di un sogno malato. É il sogno che accompagna ogni giorno le donne che vivono lontane dalla loro anima, che hanno perso se stesse per strada, che non conoscono la loro ricchezza interiore e pensano che offrire il loro cuore senza proteggerlo sia un merito. Ma amare in questo modo, lontane dalla propria anima, non é vero amore: é intossicazione sentimentale.
Dobbiamo vivere per amore... ma non morire per colpa sua...
- Simona Oberhammer -

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